Gli incendi che infuriano a Los Angeles continuano a mietere vittime e distruzione. Con oltre 14mila vigili del fuoco mobilitati e una battaglia che sembra non avere fine, le autorità californiane hanno deciso di coinvolgere anche un gruppo di detenuti. Questa misura è parte di un progetto storico che permette ai reclusi di contribuire attivamente alla lotta contro le fiamme, ma solleva interrogativi sulle condizioni di lavoro e sull’equità di questa iniziativa.
Il contesto degli incendi a Los Angeles
Dallo scorso 7 gennaio, diverse località di Los Angeles sono state colpite da una serie di incendi devastanti che hanno provocato 24 morti e 16 dispersi. Inoltre, centinaia di migliaia di residenti costretti a lasciare le loro case. Due dei principali incendi, Palisades ed Eaton, hanno distrutto quasi 40mila acri di terreno e oltre 12mila edifici. La situazione è aggravata dai forti venti di Santa Ana, con raffiche che superano i 110 chilometri orari, contribuendo a diffondere le fiamme e rendendo il lavoro di contenimento sempre più critico.
Ad oggi, oltre 14mila vigili del fuoco sono stati mobilitati, affiancati da più di 1.400 mezzi per l’estinzione delle fiamme e 84 aerei specializzati. La necessità di supporto ha portato a coinvolgere anche squadre da altri stati americani e gruppi di vigili del fuoco dall’estero, tra cui Canada, Messico e Ucraina.
Il contributo dei detenuti californiani
In questo scenario di emergenza, circa 950 detenuti, riconoscibili dalle loro uniformi arancioni, sono stati integrati nei team di soccorso. Pur non svolgendo compiti di spegnimento diretto, il loro lavoro è essenziale per le operazioni a terra. Il loro compito include la creazione di barriere tagliafuoco, un’azione fondamentale per prevenire la diffusione delle fiamme. Per ogni giorno di servizio antincendio, i detenuti ricevono una riduzione della pena di due giorni e un compenso di 10,24 dollari. Questo importo è significativamente più basso rispetto al salario minimo statale fissato a 16,50 dollari all’ora, sollevando questioni sui diritti e sulle condizioni di lavoro di questi uomini.
Il programma coinvolge detenuti dalla nascita del sistema carcerario californiano. Da oltre un secolo si ricorre all’impiego di reclusi per affrontare gli incendi. Il sistema si è intensificato durante la Seconda Guerra Mondiale, quando molti vigili del fuoco erano in servizio militare. Tuttavia, le condizioni di lavoro sono state oggetto di critiche da parte di attivisti e organizzazioni per i diritti umani. Tra il 2017 e il 2022, risultati inquietanti hanno indicato la morte di quattro detenuti vigili del fuoco e oltre mille feriti, sollevando interrogativi sulla sicurezza e le misure di protezione.
Il supporto internazionale e le risposte locali
Alle mobilitazioni interne si aggiunge un significativo supporto internazionale. Nelle ultime settimane, più di 70 vigili del fuoco messicani sono giunti a Los Angeles, seguiti da un team canadese di 60 unità . L’Ucraina ha offerto la disponibilità di 150 vigili del fuoco, dimostrando la solidarietà internazionale in un momento critico. Questo scambio di supporto è avvenuto nel contesto di dibattiti interni sugli aiuti all’estero, ma la risposta immediata si concentra sulla salvaguardia delle comunità californiane colpite.
Le autorità locali non si sono risparmiate nel tentativo di affrontare l’emergenza: il capo dei vigili del fuoco di Los Angeles, Anthony C. Marrone, ha annunciato l’invio di 70 nuove autobotti. Inoltre, l’uso di ritardanti antincendio tramite aeromobili serve a creare barriere protettive nelle aree più vulnerabili. Nonostante gli sforzi, la situazione rimane allarmante. Le previsioni meteorologiche indicano che i venti potrebbero intensificarsi ulteriormente nei prossimi giorni, rendendo la battaglia contro gli incendi ancor più difficile.
La situazione a Los Angeles rappresenta non solo una crisi ambientale, ma anche un profondo e complesso tessuto di considerazioni sociali, fatte di opzioni difficili e scelte necessarie.