La Legge di Bilancio 2025 è destinata a modificare significativamente la situazione delle retribuzioni in Italia, provocando non poche conseguenze per una vasta platea di lavoratori.
A partire dal primo gennaio, in effetti, molti si troveranno con un aumento in busta paga. Tuttavia, la nuova formula del taglio del cuneo fiscale, che verrà calcolata sul reddito complessivo e non solo sullo stipendio, sta suscitando preoccupazione per diversi gruppi di lavoratori, riservando sorprese e all’orizzonte che potrebbero alterare gli equilibri economici. Ma chi ne beneficerà realmente? E chi invece rischia di perdere?
Un aumento atteso: chi sono i vincitori
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025, si prevede che chi percepisce una retribuzione lorda tra i 35 e i 40 mila euro l’anno sarà il più avvantaggiato, portando a casa circa mille euro in più all’anno. In effetti, questo si traduce in circa 83 euro in più al mese. Ma la situazione si complica quando si guarda più da vicino: il nuovo metodo di calcolo del cuneo, che considera anche il reddito complessivo, può ridurre considerevolmente il beneficio. Questo secondo il tributarista Gianluca Timpone, che avverte come anche i redditi più bassi possono registrare perdite seppure modeste. Dunque, se da un lato alcuni lavoratori vedranno un miglioramento, dall’altro la maggior parte rischia di ottenere risultati a dir poco deludenti.
Per chi ha già altre fonti di reddito, a partire da locazioni o prestazioni occasionali, il vantaggio potrebbe quasi azzerarsi. Questo scenario suscita domande e perplessità: in che misura chi si aspettava di guadagnare qualcosa in più, alla fine si ritroverà con un pugno di mosche in mano? Inoltre, i single con un reddito di circa 85 mila euro l’anno sono tra i più svantaggiati, affrontando una diminuzione di circa 6 mila euro di detrazioni. Eppure, il governo continua a rassicurare, parlando di benefici per una fascia sempre più ampia di lavoratori.
I bonus in busta paga: cosa cambia
Nella manovra del 2025, ci saranno cambiamenti significativi per chi guadagna tra i 35 e i 40 mila euro. Questo segmento di lavoratori, complessivamente 1,3 milioni, avrà accesso a bonus in busta paga, benefici di cui finora godevano solo coloro con retribuzioni inferiori. Dallo studio effettuato dal ministero dell’Economia, emerge che chi guadagna 35 mila euro all’anno vedrà aumentare il proprio stipendio di circa mille euro annuali. Specificamente, questo si traduce in 83 euro mensili; chi guadagna 38 mila euro otterrà 687 euro in più all’anno, oltre 57 euro al mese; infine, chi ha un imponibile di 40 mila euro beneficerà di 460 euro annuali, equivalenti a circa 38 euro mensili.
Tuttavia, per tutti coloro che guadagnano meno di 35 mila euro non ci saranno novità sostanziali, a eccezione di un piccolo aumento di 119 euro per chi percepisce 25 mila, che si deve alla modifica della struttura del bonus. Passando da una riduzione dei contributi INPS a una rendita strutturale, il panorama retributivo si trova a dover affrontare sfide senza precedenti, mentre cresce l’incertezza sul suo funzionamento complessivo. Resta da vedere come tutte queste modifiche si tradurranno nella pratica.
Le nuove regole del cuneo fiscale
Una delle novità più attese è proprio la ristrutturazione del cuneo fiscale. Dal 2025, il bonus di cui beneficeranno i lavoratori con retribuzione fino a 20 mila euro sarà determinato in percentuale sul reddito. Nello specifico, si prevede il 7,1% fino a 8.500 euro, il 5,3% tra 8.500 e 15 mila e il 4,8% tra 15 e 20 mila. Per chi guadagna oltre i 20 mila euro e fino a 32 mila, scatterà una detrazione d’imposta di mille euro, ma tale cifra inizierà a scendere oltre i 32 mila per azzerarsi oltre i 40 mila euro. Chi ha un imponibile superiore ai 75 mila euro, nella cifra di 3.500 euro netti al mese, subirà un ulteriore handicap. Complessivamente, circa 1,3 milioni di lavoratori si troveranno in questa situazione poco felice e potrebbero vedere una riduzione media di 769 euro.
Inoltre, viene introdotto un tetto per le spese detraibili, fissato a 14 mila euro, che scende a 8 mila per chi dichiara più di 100 mila euro all’anno. Una sorta di scappatoia per i più facoltosi o per quelli con redditi più elevati. Ma chiaro, i tetti massimi sono stabiliti per chi ha tre figli a carico e vi sono ulteriori modifiche alla situazione per il resto della popolazione. Ad esempio, i single si trovano con tetti ridotti, il che fa emergere l’inefficienza di un sistema pronto a garantire risparmi per lo Stato a scapito dei cittadini.
Chi ci rimette: la nuova funzione del cuneo fiscale
Passando ad un’analisi più profonda, il quadro di come la nuova riforma del cuneo fiscale impatterà i lavoratori con un reddito tra 15 e 40 mila euro dimostra che il rimanere all’interno di questa fascia, pur con eventuali ulteriori guadagni, comporterà una perdita netta. Le simulazioni stampate dallo studio tributario Timpone indicano che i lavoratori in questa fascia e con altri tipi di entrate potrebbero trovarsi a fronteggiare un decremento fra 82 e 1.080 euro lordi. Il problema centrale risiede nel nuovo metodo di calcolo, che adesso considera il reddito complessivo. E questo significa che, oltre al guadagno da lavoro, anche altre fonti come affitti o piccoli progetti di freelance influenceranno negativamente il risultato finale.
Detto ciò, chi percepisce redditi fra i 32 e i 40 mila euro scoprirà amaramente che ciò che sembrava un vantaggio, alla fin fine, è un vantaggio molto limitato. Anzi, gli stessi esperti confermano che il beneficio promesso è destinato a ridursi in moltissimi casi a cifre irrisorie o, nei casi peggiori, a scomparire del tutto. Tant’è che, nonostante l’allargamento della platea dei potenziali beneficiari, i veri vincitori rimangono una ristretta cerchia di fortunati. Inoltre, si sottolinea come le nuove misure siano concepite per limitare i beneficiari e fare economia per le casse statali, lasciando molti contribuenti con più domande che risposte sulle reali conseguenze di tali riforme.