Ritorno ai volti autentici su Instagram: la fine dei filtri di bellezza più discussi

L’uso di filtri di bellezza sui social media ha rivoluzionato il modo in cui ci presentiamo e ci percepiamo. Con l’abbandono dei filtri di realtà aumentata di terze parti previsto da Meta a partire dal 14 gennaio, il panorama digitale si trova di fronte a un cambiamento significativo. Mentre alcuni utenti accolgono questo ritorno alla realtà, altri temono le ripercussioni di una cultura che ha reso la perfezione un obiettivo irraggiungibile.

La tecnologia dietro i nuovi filtri

Negli ultimi anni, i filtri di bellezza hanno evoluto il loro ruolo sui social network, passando dall’uso di semplici maschere a veri e propri strumenti di alterazione della realtà. I filtri AI-AR, come il noto Bold Glamour, adottano tecnologie avanzate di intelligenza artificiale per modificare i volti. Utilizzando una rete generativa avversaria, queste soluzioni confrontano le immagini con un vasto database di volti ideali. Di conseguenza, gli utenti possono vedere il proprio aspetto migliorato in modi che vanno ben oltre una semplice “ritoccata”, influenzando profondamente l’autopercezione.

Attraverso un solo tocco, è possibile levigare la pelle, rimpolpare le labbra e persino modificare la dimensione degli occhi. Il risultato è un’immagine che ricorda l’ideale di bellezza promossa dai media, ma che rischia di spersonalizzare l’identità degli utenti. Con l’uso massiccio di questi filtri, molti volti sembrano simili tra loro, generando un’illusione di perfezione che, però, si allontana dalla realtà. Queste modifiche non si limitano a cancellare imperfezioni momentanee, ma creano aspettative insostenibili, incoraggiando una visione superficiale della bellezza.

Il ritorno ai volti reali e ai rischi associati

Negli spazi virtuali di Instagram, la tendenza di mostrare una bellezza “filtrata” ha avuto un impatto su come le persone percepiscono se stesse e gli altri. Il conseguente standard di bellezza, non solo inaccessibile ma anche poco realistico, ha portato molti utenti a sentirsi inadeguati. Dopo anni di esposizione a questa realtà, può risultare difficile ripristinare il concetto di “viso vero”. La rimozione dei filtri di terze parti da parte di Meta potrebbe quindi rappresentare un passo indietro per tantissimi, che ora si trovano in un contesto dove l’imperfezione è vista come qualcosa di scomodo.

Questo contesto ha portato a una crescente preoccupazione riguardo alla salute mentale, poiché l’uso dei filtri è stato collegato a disturbi come il dismorfismo corporeo, un’ossessione patologica per l’aspetto fisico. Quando la società ci presenta continuamente immagini di bellezza non autentica, la conseguente pressione psicologica può avere effetti devastanti, portando a sentimenti di insoddisfazione e depressione. Anche se apparentemente innocui, questi strumenti possono incrementare un ciclo di negatività e confronto che danneggia profondamente l’autoefficacia degli individui.

Cambiamenti in arrivo su Instagram dal 14 gennaio

Con l’annuncio della cancellazione dei filtri creati da terze parti, si prevede una reazione mista tra gli utenti di Instagram. Anche se alcuni potrebbero vedere questo cambio come un’opportunità per riconnettersi con la propria autenticità, altri potrebbero continuare a utilizzare filtri originali o cercare nuovi metodi per modificare le proprie immagini. La possibilità di trovare soluzioni per rimanere in linea con gli standard di bellezza attuali rimane alta, e non sarà semplice fermare l’abitudine di idealizzare il proprio aspetto.

La decisione di Meta, nonostante appaia come un movimento verso una maggiore autenticità, solleva interrogativi sulle reali motivazioni dell’azienda, che ha esplicitamente chiarito l’intenzione di concentrarsi su investimenti più redditizi. La questione etica dietro l’uso di filtri viene spesso trascurata, mentre i rischi associati all’utilizzo di questi strumenti continuano a preoccupare esperti e psicologi. Pertanto, anche con una riduzione della disponibilità di filtri, i temi del body shaming, del cyberbullismo e dell’autoimmagine rimangono centrali in un dibattito che necessita di attenzione e consapevolezza.

La creazione di un ambiente digitale più sano e inclusivo è fondamentale per il benessere degli utenti, in particolare dei più giovani, che crescono in un contesto saturato di immagini modificate. Con l’auspicio che questo cambiamento possa aprire la strada a una maggiore accettazione della diversità, la sfida sarà quella di costruire una nuova cultura visiva che celebri la bellezza in tutte le sue forme.

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